Chiesa del Varò di Taormina: Tra Storia, Arte e Tradizione
Un gioiello nascosto nel cuore di Taormina
Storia e Origini
La Chiesa del Varò, dedicata alla Visitazione di Maria Vergine, è uno dei luoghi di culto più antichi di Taormina. Le sue origini risalgono almeno al XV secolo, come suggeriscono elementi architettonici e la presenza di una cripta paleocristiana, probabile rifugio per i primi cristiani durante le persecuzioni 314. Tuttavia, la struttura attuale fu ampliata e restaurata alla fine del XVIII secolo dai fratelli Blasio e Sigismondo Corvaja, membri di una nobile famiglia locale, su una preesistente chiesa della famiglia Romano, come testimoniano il mausoleo di Giovanni Romano Denti (†1699) e gli stemmi presenti sulle statue dei santi Gaetano e Francesco di Paola 210. Il nome “Varò” deriva dallo spagnolo Visita-ción (Visitazione), legato a un antico dittico del XV secolo raffigurante l’incontro tra Maria ed Elisabetta, oggi conservato al Museo Regionale di Messina.
Architettura: Un Misto di Semplicità e Simbolismo
L’edificio si distingue per un’architettura sobria e massiccia, priva di uno stile definito, con influenze catalane e barocche:
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Facciata principale: Portale in pietra di Taormina sormontato da una finestra con stipiti in pietra siracusana. Un secondo portale sul lato est, in marmo rosa di Taormina, è accessibile tramite una scala a doppia rampa 214.
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Campanile: Incorporato nella struttura, ospita tre campane e poggia su archi decorati con finti archetti in muratura 310.
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Cripta: Situata sotto il campanile, è un ambiente suggestivo con tracce di un affresco crucifero, forse risalente ai primi secoli del cristianesimo. La sua presenza suggerisce che questa potrebbe essere la chiesa più antica di Taormina 214.
Tesori Artistici e Interni
All’interno, la chiesa a navata unica custodisce opere d’arte e simboli carichi di significato:
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Affresco del Trionfo della Croce (1699): Realizzato da Vincenzo Tuccari, raffigura San Michele Arcangelo circondato da angeli, dominando la parete dietro l’altare maggiore 314.
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Tomba di Giovanni Romano Denti: Una statua giacente del conte, decorata con un’iscrizione in latino che celebra la sua devozione e il ruolo di tribuno militare sotto Carlo II di Spagna 210.
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Epitaffio della Congregazione: Sulla tomba comune dei membri della Congregazione del Varò, un’iscrizione del 1776 recita: «A filo vita, a vita mors, a morte aeternitas…», accompagnata da un teschio con tibie incrociate, monito sulla fugacità della vita 314.
La Congregazione del Varò e il Venerdì Santo
Storicamente riservata ai nobili, la Congregazione del Varò oggi è composta principalmente da donne, con oltre 700 membri. Ogni anno, durante la Processione del Venerdì Santo, le socie vestite di nero portano in spalla la Vara dell’Addolorata e le statue dei Misteri, illuminando le vie con fiaccole. Questo rito, definito “catartico” e “sinodale”, unisce spiritualità e tradizione popolare, attirando fedeli e turisti 1514.